lunedì 3 marzo 2014

Spinning al PERSICO TROTA (Black Bass) - Un primo approccio alla tecnica

Consapevole che sulla pesca al nostro amico persico trota ne sono state scritte di cotte e di crude, ho voluto digitare queste parole per dare una semplice ed iniziale infarinatura sullo spinning al black bass nelle nostre amate acque italiche e più precisamente toscane (visto il luogo in cui vivo), scrivendo una piccola ed intuitiva guida per chi si avvicinasse per la prima volta a questa tecnica ed a questo divertente pesce in particolare, partendo quindi da zero (o quasi).

Una cattura che vorremmo fare tutti (pescatrice inclusa) - da pinterest.com
Ricordo che quando iniziai a pescare io, senza internet e con le riviste specializzate del mondo della pesca che parlavano di artificiali solo in rari articoli, avrei pagato un rene, un dito mignolo e forse un pezzettino di culo per avere alcune indicazioni sull'approccio a questa meravigliosa tipologia di pesca, che mi affascinava, ma che mi era quasi totalmente sconosciuta.
Ora invece sul web si trova di tutto e di più ed a volte questa eccessiva mole di informazioni può risultare addirittura controproducente, confondendo ancora di più le idee al povero neofita in cerca della luce (soprattutto quando nei forum le persone si atteggiano a veri "pro" senza esserlo), rendendo tutto spaventosamente complicato, mentre inizialmente è una tecnica che deve, al contrario, basarsi sulla semplicità.

Spero pertanto di fornire a tutti coloro che volessero cimentarsi in questa divertente sfida, quelle poche ma indispensabili indicazioni per riuscire ad orientarsi nel mondo apparentemente difficoltoso della pesca a spinning al black bass.

Partiamo dall'inizio

ATTREZZATURA

Lasciate da parte le manie di grandezza e l'idea che per avere successo con questo pesce occorrano necessariamente canne ipersoniche, mulinelli stellari e nano fili aerospaziali. 
Avete una canna da spinning in buone condizioni? Un mulinello funzionante caricato con un ottimo monofilo dello 0,25? Bene, poche ciance perché siete già in possesso dell'occorrente per iniziare la grande avventura. Dopo, con calma, avrete tutto il tempo per masturbarvi la mente e svuotare le tasche con attrezzature da spinning, da casting, con il belly boat, con la barca, con le canne specifiche in materiali spaziali, i mulinelli top di gamma rifiniti in oro zecchino, i super trecciati nanotecnologici e tutti quegli articoli che riempiono pagine e pagine dei forum presenti in rete.
Per prendere a picconate il vostro conto corrente ci sarà tempo e modo. State tranquilli.

Ma per iniziare l'avventura, una semplice canna da 210 cm. (7' per dirlo all'ammerigana), anche in due pezzi, con potenza di lancio intorno ai 15g. (1/2 oz. sempre per dirlo in stile stelle e strisce) ed un mulinello di dimensione adeguata - intendendo un mulinello con una capacità in bobina di almeno 120 m. per uno 0,25 - possono assolutamente bastare. Non preoccupatevi troppo di rigidità, azioni, gradazioni di grafite, durezza delle pietre degli anelli, impugnature in sughero o in eva o in pelle di leopardo con borchie di pitone, numero di cuscinetti a sfera, ingranaggi in metalli preziosi, colori sfavillanti ecc. ecc. Davvero, non preoccupatevi. All'inizio del proprio percorso in una nuova tecnica è sempre meglio procedere con i piedi di piombo e conoscere i propri gusti prima di specializzarsi secondo i gusti altrui.

Se si fosse proprio alle primissimissime armi non sarebbe male avere, durante la fase di pesca, un comodo guadino per il salpaggio del pesce, visto che non tutti alla prima occasione riescono a mettere il dito in bocca al bass nella classica posa da rivista di pesca che ha reso famoso lo spinning. Naturalmente occorreranno anche un paio di pinze per slamatura utili a liberare il pesce dopo la catturaun paio di forbici a punta e... tanta voglia di mettersi alla prova. Faranno opportuno corredo gli stivali o i waders o degli scarponcini con l'adeguato abbigliamento addosso per affrontare la battuta di pesca. Ma questo spero sia qualcosa che chiunque si avvicina alla pesca abbia ben presente.

ESCHE E MINUTERIA

La canna, bella o brutta che sia, l'abbiamo data per acquisita, così come il mulinello. Il passo successivo è quello di procurarsi gli artificiali (ed i vari complementi) per iniziare. Sulle esche ci si può davvero sbizzarrire. Il nostro amico persico trota ama veramente ogni tipo di esca, in qualsiasi forma e colore sia presentata. Se si avessero già un po' di artificiali e si cercasse un idea di massima per la migliore selezione degli stessi, tanto per non portarsi dietro un numero esagerato di esemplari, ci si può riferire a questo post sull'organizzazione della propria cassetta.
Se invece non si possedesse proprio nulla, basterà andare dal proprio negoziante di fiducia (reale o virtuale) per scegliere quello che piace di più, lasciandosi trasportare dall'intuito e dal gusto personale, valutando esche nate per l'acqua dolce (o fresh water che dir si voglia) con un occhio al portafogli e l'altro alla potenza di lancio della propria canna perché sarebbe inutile acquistare esche che pesano 30 grammi se la canna ne riesce a lanciare solo 15. E se si è davvero alle prime armi, meglio scegliere esche dal prezzo basso per non svenarsi economicamente, nel caso si fosse costretti a tornare al negozio dopo la prima battuta di pesca perché si sono addobbati alberi e canneti con i nuovissimi e costosissimi ammennicoli colorati a seguito di ripetuti maldestri lanci.

Cercate di non essere monotematici e quindi sforzatevi di acquistare esemplari di esche diversi l'uno dall'altro, anche come tipologia. Sarebbe inutile e controproducente acquistare solo esche valide per la profondità o solo per la superficie, solo esche grandi o solo esche piccole, solo esche morbide o solo esche rigide. Così come sarebbe follia acquistare solo spinnerbait o solo popper, solo cucchiaini o solo jerk, solo crank o solo jig perché "in quel momento" vanno per la maggiore sul web. Rischiereste di trovarvi in pesca con i bass che si comportano nel modo opposto a come vi eravate organizzati per insidiarlo o magari con postazioni di pesca che possono essere affrontate solo con determinate tipologie di artificiali che non possedete.

Nello spinning il pesce, a differenza della pesca tradizionale, andrà ricercato ed indotto all'attacco. Non sarà lui a cercarvi seguendo la pasturazione. Quindi date un colpo al cerchio ed uno alla botte, acquistando esche per tutte le occasioni plausibili che potreste incontrare (o almeno, avvicinatevi al farlo). All'inizio della grande avventura nello spinning è meglio - ribadisco - differenziare, piuttosto che specializzarsi, sempre con l'ottica di avere a disposizione un attrezzatura all round.  Il tempo delle collezioni di ogni singola esca arriverà. Perciò, prendete come base imprescindibile il peso lanciabile dalla canna e poi fate i vostri acquisti con intelligenza.

Non sempre la dimensione del pesce segue quella dell'esca
Il consiglio che mi sento di dare a chi è completamente a digiuno dello spinning al black bass è di procedere  all'acquisto di almeno uno degli artificiali rientranti nelle seguenti categorie: esche rigide da superficie o primi stati d'acqua (come popper, propeller, buzzbait, jerk, minnow); esche rigide o "rotanti" per sondare i vari strati intermedi d'acqua (come minnow affondanti, crankbait, spinnerbait, ma anche i classici cucchiaini); esche in gomma per affrontare il fondo (come vermi, lucertole, creature varie, jig). In pratica basterebbero anche solo tre esche come un popper, uno spinnerbait ed un jig, ad esempio, per coprire tutta la colonna d'acqua. E di conseguenza basterebbero queste tre esche per affrontare la prima uscita di pesca al black bass.

Alternando l'utilizzo delle suddette categorie di artificiali a seconda del luogo di pesca affrontato sarà meno probabile incagliare sul fondo (comunque uno scotto da pagare durante il noviziato) e la varietà di esche posseduta sarà già sufficiente ad affrontare la maggior parte degli spot, cioè i "punti caldi" dove è in agguato il bass. Ed il bello è che sono tutte esche che funzioneranno perfettamente anche con un banale recupero lineare, cioè la base della tecnica.
Sempre in questa fase preoccupatevi poco dei colori. Vanno bene tutti! Davvero. Se però vi sentite persi nella fitta giungla delle centinaia di livree possibili, all'inizio privilegiate le tinte "naturali", valide un po' in tutte le occasioni.

A corredo degli artificiali occorrerà procurarsi dei moschettoni resistenti e di buona qualità (meglio senza girella, salvo nel caso vengano utilizzati i classici cucchiaini rotanti), nonché degli ami in varie misure e delle testine piombate se nelle vostre cassettine saranno presenti artificiali in gomma da innescare.
Le dimensioni e la resistenza di questi complementi dovranno essere necessariamente proporzionali alle prede che andremo a cercare ed alla canna posseduta, nonché alle esche che abbiamo deciso di comprare. Ricordatevi che tutta la nostra attrezzatura dovrà essere necessariamente equilibrata, nel senso che l'esca dovrà avere un peso lanciabile dalla canna ed il mulinello dovrà avere imbobinato un filo dal carico di rottura sostenibile dal fusto (e dal moschettone per l'esca).
Esemplificando: se la canna lancia 15 grammi e potrà sostenere una lenza da 8 Kg. dovremo imbobinare un monofilo con un carico di rottura di 8 Kg, annodare un moschettone con carico di rottura da 8 Kg. lanciando un esca da 15 grammi. Chiaro? Spero di si.

Tornando alle esche in gomma, sulla rete si possono trovare esaustive indicazioni su misure, inneschi, forme ecc. così come consigli sui nodi più diffusi ed i trucchi per non incagliare in continuazione. Se si è proprio a totale digiuno dell'argomento pesca, una bella serata da passare al pc per vedere un po' di video specifici non sarà certo tempo perso. Da parte mia posso indicarvi il mitico portale Black Bass & Co. dove sono spiegate in modo esaustivo le basi per il pescatore a spinning.

Un discreto bass catturato in un ambiente perfetto per la specie

GLI HOT SPOT PER IL BLACK BASS

Questa è una questione tra le più complicate della pesca, cioè scegliere il luogo ed il momento giusto per effettuare la propria battuta di spinning, seguita dalla domanda, una volta sul posto, del come iniziare a farlo con successo. L'inverno è sicuramente un momento non ricchissimo di occasioni, con il pesce più svogliato e meno reattivo. Quindi se inizierete con la stagione fredda, non vi  dovrete abbacchiare quando le uscite risulteranno sfavorevoli. Bisognerà comunque insistere, imparando bene la tecnica nei momenti difficili, magari concentrandosi sul lancio e la presentazione dell'artificiale. Arriverete così alla bella stagione con un bagaglio tecnico già abbastanza ricco che vi permetterà di andare a segno con maggiore frequenza e soddisfazione.

Comunque, sperando che qualcuno vi abbia informato sull'esistenza di un lago od una cava dove poter incontrare per la prima volta il centrarchidae, quando arriverete sulle sue sponde verrete sicuramente colti dallo sgomento e vi porrete mentalmente questa domanda: e ora?!? Dove lancio?
Ricordatevi che il black bass è un predatore. Per avere i primi successi nella cattura di questo particolare pesce conviene partire da questo assunto, ragionando sui comportamenti che un predatore può tenere per assicurarsi un lauto pasto senza sprecare eccessive energie. Ogni luogo che può rappresentare una tana per ripararsi, ma al contempo un valido nascondiglio per sferrare agguati alle proprie prede, è il naturale punto di partenza di una battuta di pesca.
Nella foto sopra, sullo sfondo, si vede un perfetto hot spot per il persico trota, con frasche e canne lungo la sponda ad offrire ombra e riparo al centrarchidae.
Sotto, un semplice schema di stazionamento del persico trota in un classico ambiente lacustre.

Dove trovare il black bass
Un altro suggerimento per orientarsi nella ricerca del punto buono è l'osservazione superficiale dell'acqua. E' sempre bene cercare zone dove è presente attività ittica, magari dove si assembrano banchi di minutaglia o dove si vedono le caratteristiche bollate. Inoltre è sempre meglio prediligere i punti in cui la monotonia del luogo o dello specchio d'acqua viene interrotta: salti di fondale; fossi che si immettono nel lago; costruzioni e sbarramenti; tronchi sommersi; zone esposte al vento ecc.
In sintesi: per iniziare una proficua battuta di pesca, prima si deve "pescare con gli occhi" osservando bene il luogo e cercando di comprenderne le potenzialità e le difficoltà.

Un bel bass catturato in pieno inverno dentro un canneto

LE BASI DELLA TECNICA

Qui viene il difficile. Innanzitutto mai sottovalutare i poteri sensoriali del centrarchidae. Ricordate? E' un predatore. Come tale è sempre all'erta, quindi attentissimo ai minimi spostamenti lungo le rive e ad ogni vibrazione percepita. Pertanto, se si vuole avere successo, è indispensabile arrivare sullo spot con estrema cautela. Questo perché molto spesso, più di quanto si possa immaginare, il bass staziona a pochi metri dalla riva o addirittura a pochi centimetri dalla stessa in attesa che qualche animaletto ignaro del pericolo cada in acqua ed arrivi a tiro della sua smisurata bocca. Prima di infilare le proprie gambe in acqua o affacciarsi goffamente spaventando ogni essere vivente nei paraggi è quindi consigliabile effettuare un lancio preventivo nel sotto sponda, mantenendo una certa distanza dall'acqua. Non si può mai sapere.

Ma con quale esca conviene iniziare?
Dico subito che non esiste un esca valida in assoluto, ma solo la migliore esca per quella determinata situazione. Se si è completamente a digiuno della pesca a spinning, inizialmente è meglio scegliere l'esca in base alle condizioni dello spot nel quale si vuole pescare. Vedo bollate sull'acqua? Diamo fiducia ad un esca da superficie, come ad esempio un divertente popper. Vedo un tronco sommerso? Proviamo con lo spinnerbait, per riuscire ad arrivare il più vicino possibile alla tana con l'esca in trazione. Vedo un bel salto di fondale? Proviamo con una gomma piombata, per arrivare sul fondo e mantenerne il contatto. Vedo un bel bass in agguato a pelo d'acqua? Proviamo con qualsiasi cosa si ha a disposizione senza farsi scorgere.
Insomma, la scelta dell'esca sarà una cosa che si affinerà con l'esperienza, ma all'inizio conviene sempre partire dalla "certezza", cioè dall'innescare quell'artificiale che può essere usato con facilità in quella particolare situazione. Ad esempio, per un neofita è sconsigliabile lanciare un crankbait, con due begli ancorotti ciondolanti, in mezzo ad una foresta di alghe, perché nove volte su dieci perderà l'esca nell'acqua e se invece gli andrà particolarmente bene deforesterà il luogo facendo scappare ogni forma di vita nel raggio di 100 metri.

Inizialmente cercate di premiare la precisione del lancio piuttosto che la sua delicatezza. Anche se un esca che entra in acqua in modo silenzioso è generalmente la presentazione migliore, in alcuni casi la caduta a peso morto con il successivo splash può fare la differenza, soprattutto se il pesce è in attività (ad esempio le sere d'estate possono riservare grandi momenti di pesca).
Quindi fregatevene dello stile, ma concentratevi sul lancio e sul dove l'esca giunge in acqua. Perderete meno artificiali e allenerete il vostro polso per far raggiungere all'esca quei pochi centimetri quadrati di acqua dove fargli iniziare proficuamente il nuoto, cioè quei pochi centimetri vicinissimi alla tana che serviranno a scatenare il senso di predazione del centrarchidae.

E una volta in acqua? Sul recupero dell'esca vale la solita indicazione: partite dalle certezze! Recuperate il minnow, il vermone o lo spinnerbait secondo le indicazioni di massima riportate sulla confezione (se ci sono), sul sito del produttore (se ci sono) oppure in un modo che l'esca lavori con movenze convincenti, cioè facendo nuotare l'artificiale come se fosse qualcosa di vivo e reale, anche se non assomigliasse per forma e colore a nessun essere vivente terrestre. Naturalmente daremo ampio spazio all'istinto, fondamentale per lo spinningofilo come per un cavaliere Jedi, ma solo dopo che saremo padroni della tecnica ed avremo accumulato un minimo di esperienza.
Farlo all'inizio ci esporrebbe al rischio di abbattimento morale e di perdita della bussola sull'uso delle esche, soprattutto dopo vari cappotti consecutivi (e cospicue quantità di artificiali perduti).

Un bel esemplare "bogato"
Se avremo fatto tutto talmente bene da meritarci la palma del miglior spinningofilo dell'anno, la caratteristica botta in canna o la più subdola trillatina dell'esca segnaleranno che il momento della prima cattura è arrivato. E ora cosa si fa?
Come ho anticipato nel capoverso dedicato all'attrezzatura, se si è all'inizio dell'avventura nello spinning è sempre meglio avere un guadino che faciliti le operazioni di salpaggio del pesce. In alternativa si può utilizzare il boga, un "arnese" fatto a pinza (vedi foto sopra) che si chiude sul labbro inferiore del pesce permettendoci di sollevarlo. Ma il metodo migliore è sicuramente quello a mano nuda, semplicemente stringendo il labbro del pesce tra pollice ed indice (il web è pieno di foto esemplificative di queste prese). All'inizio potrà sembrare difficile, ma poi non ne potrete più fare a meno!

Ma torniamo un passo indietro. Per salpare un pesce bisogna prima averne avuto la meglio nella battaglia. E se si è alla prima esperienza vi garantisco che sarà tutt'altro che facile soprattutto se il pesce non avrà le dimensioni di un avannotto. Se in canna percepiamo una botta secca, magari perché stiamo pescando con un minnow recuperato a mezz'acqua, probabilmente il persico trota avrà fatto tutto da solo, allamandosi agli ancorotti in fase di "mangiata". Se invece percepiremo una semplice trillatina mentre stiamo usando un vermone in gomma, è l'ora della "martellata", cioè di ferrare il pesce con un gesto rapido e deciso, di polso o di gomito, affinché l'amo di innesco della nostra gomma penetri nella cartilagine della bocca.

La difesa del black bass sarà scomposta, fatta di frequenti salti e fughe verso il fondo, che vi faranno saltare il cuore in gola (e godere come ricci). La prima cattura sarà un esperienza unica. Occhio alla frizione quindi, che andrà ben tarata ad inizio pescata in base alla propria attrezzatura. Ed occhio anche al nodo di congiunzione con il moschettone, che consiglio di rifare ogni volta che si cattura un pesce tenace o si riesce a disincagliare con difficoltà un esca dal fondo.
Tenete la canna bassa se il pesce salta e la canna alta se il pesce cerca il fondo. Non lasciate mai in bando la lenza, ma esercitate una continua trazione verso la riva, cercando di guadagnare metri il più velocemente possibile, avendo l'accortezza di mantenere il più possibile un angolo retto tra canna e nylon, in modo che entrambi lavorino per voi.

L'imbrunire estivo può riservare momenti memorabili
Alla fine, con la cattura stretta tra le mani, potremmo goderci il grande momento immortalandolo con una bella foto e poi, nel miglior rispetto della pesca del domani, sarà piacevole rilasciare il nobile antagonista rinnovando la sfida alla prossima avventura. Catch & release!

E tutti vissero pescando contenti!

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In attesa del prossimo post, leggi anche i nuovi articoli dedicati agli approfondimenti tecnici

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